"Happy hour",

2019, meds boxes and glue , 240 x 240 x 16 cm.

courtesy Habitat Ottantatré Gallery

 

La felicità e il benessere a portata di blister, pillole di una quotidianità amara e sofferta che viene progressivamente sostituita attraverso la prescrizione e l'assunzione a piccole dosi di una realtà in scatola, preconfezionata, che crea una sottile e costante assuefazione, in cui l'uso e l'impiego ragionato di farmaci cede inevitabilmente il passo al suo abuso.

Questo il messaggio d'impatto che offre la lettura dell'opera "Happy Hour", il messaggio di una società alla costante ricerca di una cura che non accetta di vederci deboli e vulnerabili, dove l'individuo sempre meno persona è visto sistematicamente come un autentico consumatore, come il protagonista di un videogioco dove le scatole dei farmaci, sapientemente disposte dall'artista, assumono il "controller" di un lento e progressivo avanzamento di un livello, il cui risultato e premio finale è l'ottenimento materiale di questa tanto agognata "ora felice".

Testo a cura di Simone Teschioni